
Ricordo: fu il 4 gennaio 2025. Ero a PiediRIPA, nella Provence maceratese, quando in un piccolo multisala andai a vedere sul grande schermo (senza modestie) “Nosferatu” di Robert Eggers, secondo remake del classico, o meglio, classicone del 1922. Il primo remake, per la cronaca, è il famoso “Nosferatu: il principe della notte” prodotto della Warner Bros ™ , scritto prodotto e diretto dal più famoso dei fratelli Warner, Herzog.
Arrivo in quella sala, nel 2025, con una consapevolezza diversa del cinema horror e del suo potenziale, dato che mai come nel 2024 ho scoperto quanto effettivamente può essere travolgente, eccitante, benestante, a sé stante e profondo. Completo, in tre parole. Morti viventi, streghe, licantropi, cannibali, slasher, splatter, pusher… chi più ne ha, la smetta!
Arrivo nel 2025 con una consapevolezza diversa del genere e soprattutto con un’aspettativa (hyce, come si dice oggi) altissima sul “Nosferatu” di Eggers, proprio grazie a Bob (o Babbo come lo chiamo io e sua moglie). Quindi, per chi non conoscesse il buon Eggers e il suo cinema, ecco un riassunto breve di tutti i suoi lungometraggi precedenti:
The Witch, 2015 (da non confondere con Bitch, spiaggia rocciosa): “Tommasì è ‘na strega! Ahahahahah”- “Nevvero! Nevvero!”- “Santo DIO” - “Beeeeeeeeee (lato) - “Santa VERGINE” - “Beeeeeeeeee (lato B) - “Witch, I said what I said. I’d rather be naked instead”
The Lighthouse, 2019: “Certo che lavorare qui al Lighthouse è proprio un lavoro di mermaid”- “Cosa?- Cosa?- Cosa?- Cosa?- Cosa?”- “AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH”- “Garr garr garr gnam gnam”
The Northman, 2022: “Essere o non essere (tira fuori una spada foraggiata dal suo babbo, e te la punta minacciosamente sul cranio)…questo è il dilemma.
Spero di non essermi dilungato troppo, ma so che all’utenza di Monolite piace e mi piacquero talmente tanto tutti e tre i film che non ho potuto farne a meno. E poi, arriva Nosferatu. Con queste premesse, come potevano non essere gigantesche le aspettative?
E con queste premesse e aspettative…perché in sala spesso e volentieri ho riso? Pure di gusto, in alcuni momenti. Scopriamolo.
Nosferatu come detto è un remake, quindi la trama è quella che conosciamo tutti: un giovane agente immobiliare va in Transilvania per vendere una casa a tale Orlok, un vampiro assatanato che proprio ndo cojo cojo. Finisce malino, Orlok prende casa in Germania, vuole sgagnare la figlia di Johnny Depp indemoniata, Willem Defoe apre la bocca, e Orlok e Lily Rose Depp muoiono. Ah e c’è la peste, ogni tanto. D’altronde Nosferatu, lo suggerisce pure.
Quello che mi interessa però, come suggerisce il titolo di questo pezzo (che al momento non è ancora stato scelto, chissà cosa sceglierò, calzante?), è sottolineare la prima parte di questo Nosferatu. Quella che mi ha fatto fare click, dalla quale è scaturita la prima (di non poche) risata “fuoriluogo” considerata l’atmosfera del film. Più nello specifico, tutta la parte del viaggio e/o permanenza nel castello del co-protagonista maschile (vado a documentarmi sul nome) Hutter, interpretato da Nicholas “Snake Eater” Hoult. Sia nell'attimo stesso in cui stavo guardando il film sul grandissimo schermo (ebbene sì…) sia nei minuti, ore, giorni, mesi successivi alla visione un pensiero fisso mi ha pervaso la mente, inesorabile perpetuo e ora inossidabile: per quella specifica parte del film, nella prima metà, l’ispirazione di Eggers non è stata alimentata solamente attingendo dai Nosferatu precedenti, non solo dal romanzo di Stoker, non solo dall’estetica di Tim Burton: (vi conviene sedervi, anche perché nessuno legge in posizione eretta) Robert Eggers si è ispirato, quasi plagiando per certi versi, a Fracchia contro Dracula del 1985 scritto e diretto da Neri Parenti con protagonista naturalmente Paolo Villaggio.
“Ma cosa ci dici mai?” direbbe Lucio Corsi, insieme a tutti i corsisti di Monolite, davanti a una birra appena dopo un evento Monolite (ce ne sono ancora tanti, visita le nostre pagine e rimani aggiornato, purciaro/a ;) ) “La verità”, risponderei io con tono salemme, “e vi dirò di più guagliò, agg’ trovato n’intervista ad oca per dimoshtrare la verità. Robberto Uovatore ha plaggiat tutt’ ‘e Fracchia, avete capitschwa? Bona letturschwa”
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Nota del redattore e traduttore (che sono io, senza tono salemme), questa intervista, trovata sul sito della famosa rivista *******, l’ho tradotta io personalmente dall’inglese. Ringrazio Reverse Context ™ , per avermi aiutato nella traduzione. Naturalmente, visto la lunghezza dell’intervista, ho tradotto solo le parti sull’argomento Eggers-Fracchia. Se volete sapere perché il Conte Orlok ha i baffi come Tom Selleck cercate un’altra intervista. O forse no. Buona lettura
Leggenda (non mi regolo mai)
I = intervistatrice
Robert Eggers= Robert Eggers
I: Ahahahahah ho paura che dovrò tagliare questa battuta Robert o la comunità ********** potrebbe boicottare il suo Nosferatu. (anche Eggers sta sghignazzando, ndr). Ma torniamo a noi. Molti qui in Uniti Stati di America, e probabilmente anche nel resto del mondo, non lo conoscevano ma io so perfettamente che lei per alcune scene del film non si è ispirato solamente al genio di Murnau e di Herzog, ma anche ad un altro grande film col vampiro, ce ne vuoi parlare?
Robert Eggers: Non so di cosa tu stia parlando! (tira una manata fortissima, ma simpatica, sulla nuca dell’operatore che sta riprendendo l’intervista, il tutto sghignazzando, ndr). Sto battutando. Uno dei film da cui ho preso ispirazione, non l’ho mai nascosto anzi mi sembrava abbastanza evidente, è di corso Fracchia contro Dracula di Neri Parenti e Paolo Villaggio, che recita pure nel film. Io maggio dire tante cose su questa pellicola, ma non saprei proprio da dove iniziare, dovrai aiutarmi tu (sghignazza ancora, perciò l’editore fa spegnere i microfoni e intima Eggers a non ridere troppo perché “Time is money, for god’s saké”, ndr). Stavo dicendo…
I: Fracchia contro Dracula.
Robert Eggers: Giusto. Pensi che il film è uscito nelle sale nell’85 (si sta parlando del 1900, ndr), e difatti il film sarebbe dovuto uscire in tutto il mondo nel 2025 in occasione del 40esimo anniversario, ma, non l’avevo calcolato, la A24 ™ che mi ha prodotto il film ha ritenuto necessario celebrare il centenario dalla loro nascita, quindi ho dovuto rinunciare (in realtà non è vero, ma per fare la battuta mi serviva il nome della nota casa di quella famosa casa di produzione, ndr). Fortunatamente, almeno in Italia, sono riuscito a farlo uscire l’1 gennaio.
I: Eh queste case di produzione. Non puoi vivere con loro non puoi vivere senza di loro. Ma andiamo al punto, ci sono tantissime congruenze, nella prima parte del suo film, con le disavventure di Fracchia.
Robert Eggers: Sì, forse pure troppe. E’ un film che so praticamente a memoria, e ho cercato.., sì, durante la prima parte soprattutto, anche perché nel film di Parenti non c’è il ritorno in città se non nell’epilogo. Ecco una delle cose di cui sono più fiero è per esempio aver re-introdotto i cani lupo.
I: Oh mio Diosh, che paura!
Robert Eggers: Quella è un’intuizione meravigliosa di Parenti e Villaggio. L’idea di questi animali, che di base adoreremmo tutti, ehm non so “Quanto sono belli i cani lupo?”, capisci cosa intendo? Però slam! te li sbatto sullo schermo in un determinato modo, Parenti in quella sequenza sulla carrozza…
I: Dove c’è pure Filini, giusto?
Robert Eggers: Ovviamente c’è anche Filini, un grande Gigi Reder. E in questa corsa apparentemente tranquilla in carrozza che sta andando verso il castello del Conte Dracula, e, tu sai, ti vedi arrivare questi animali rabbiosi (fa una faccia di spavento e sbianca in volto, ndr) che si mettono a maciullare l’avambraccio del povero Fracchia. Pensi che io avevo solo due anni e mezzo quando con mia madre andai a vederlo al cinema la prima volta.
I: Ed è lì che ti sei innamorato del cinema?
Robert Eggers: Il contrario (scoppiano a ridere, ma si interrompono perché l’editore ribalta un tavolo fuoricampo, ndr). Ero spaventato a morte, nonostante io abbia visto all’epoca la versione doppiata in americano. C’era Clint Eastwood che doppiava Fracchia, e Al Pacino che prestava la voce a Filini. Tutta un’altra cosa la versione originale.
I: Come sempre d’altronde. Ma parliamo un po’ del co-protagonista maschile del suo film, Hutter, gli ha fatto vedere il film?
Robert Eggers: Tutto il cast ha visto il film, tutta la troupe. Nicholas (Houlte, “Hutter” nel film, ndr) è stato quasi perfetto nell’assimilare il temperamento, e la malinconia di quel Fracchia, soprattutto nella scena… I: …dove Orlok gli prende il ciondolo. Robert Eggers: Dove Orlok gli prende il ciondolo! E il personaggio di Hutter è così inerme, così passivo. Ingenuo, no?. Nella director’s cut addirittura si sente l’attore dire “How human you are…”. Però sia per esigenze della produzione, sia per una scelta mia di conservare una certa autorialità l’ho tolta dal montaggio finale, e ho tenuto solo quando dice “Il ciondolo…ma…è mio…” in puro stile Villaggio. Poi ho parlato di Orlok…
I: Possiamo dire anche lui Parentiano?
Robert Eggers: Possiamo dirlo, sarebbe disonesto negarlo. L’atteggiamento di Orlok, è stato proprio Bill (Skarsgard, ndr) a chiedermelo, voleva differenziarsi da Kinski e da Shrek (attore del primo Nosferatu, nulla a che vedere con l’orco, ndr), Shrek l’attore eh, non l’orco (ah scusate, l’avrebbe detto lui poco dopo, ndr). Voleva un Orlok più forte di temperamento, senza rinunciare però alla sensibilità possiamo dire dei primi due, e per questo il Dracula che in Fracchia è interpretato da Edmund….ehm Pardon, se non ricordo male.
I: Edmund Purdom.
Robert Eggers: Purdom grazie. Allievo di Laurence Olivier, mica c**zi e f**gne che f*****no, scusate la schiettezza. E tutto sta nella scena in cui Hutter arriva al castello, dove difatti l’Orlok del mio Nosferatu lo accoglie alle porte del castello in modo decisamente meno caloroso dei primi due, anzi… Eh lì chiaro come il sole, deh (deh, come nei doppiaggi italiani anni 80, usato un dialetto nostrano per tradurre uno slang anglofono, ndr). La fotografia e alcune inquadrature sono diverse, ma senza la scena della stretta di mano.
I: Della “non-stretta-di-mano” vorrai dire.
Robert Eggers: Touché. Quella scena è Dio, c’è poco da fare. L’ngenuità del protagonista, che sotto sotto è estremamente arrogante, ma alla fin fine chi è? Che cos’é? Neanche lui lo sa bene, forse, a differenza del Conte. Non è che per caso ce l’avete di repertorio quella scena? I: Di corso, la vediamo immediatamente.
Riproducono tutta la scena. Eggers, insopportabile, ripete tutte la battute un secondo prima che vengono dette. Alla fine della proiezione, tutti scoppiano a ridere. Eggers prende la pillola per la tachicardia.
I: Un capolavoro, possiamo dirlo?
Robert Eggers: Puoi dirlo forte, sorella.
I: Possiamo anche dire che il tuo Orlok con quei baffi è destinato a diventare iconico in modo unico. Come ti è venuto in mente?
Robert Eggers: (dopo un lungo momento di silenzio, fa un lungo sospiro da sapientone, ndr). Galboni? Non ti dice niente?
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